L'amaro film della nostra decadenza

Scritto il 14 Gennaio 2014

la grande bellezza

Il Golden Globe a LA GRANDE BELLEZZA[1] (considerato il film che ritrae la decadenza non solo di Roma ma dell'Italia), il gran parlare che si sta facendo intorno a IL CAPITALE UMANO dimostrano solo che questo paese sta cercando di elaborare l'angoscia di una perdita[2].
Abbiamo perso un'opportunità.
A questo punto non possiamo più risanare il nostro territorio, non possiamo più liberare le nostre coste dalle mostruose barriere di cemento, non possiamo più riorganizzare le ferrovie, non possiamo pensare che l'agricoltura possa essere una ricchezza, non possiamo recuperare le opere d'arte distrutte dal tempo e dall'incuria, non possiamo più guardare il golfo di Napoli come lo guardò Goethe, non possiamo più guadare la piana di Agrigento senza uno sfondo di cemento, non possiamo pensare un Po libero dai pesci siluro, non possiamo sperare che i nostri figli staranno meglio di come noi abbiamo vissuto, non possiamo liberare le strade, oltre che le discariche, di tonnellate di rifiuti tossici e non, non possiamo sperare in un classe dirigente onesta, in un nucleo di intellettuali militanti, in una forza popolare non opportunista, non possiamo più recuperare trent'anni di nullificazione.
Abbiamo perso l'occasione di essere un paese invidiabile non solo nei pensieri ma nei fatti.
Siamo rimasti disperanti ad affrontare la necessità di andare a trovare dentro di noi le risorse più profonde per passare attraverso l’angoscia di questa perdita con un lavoro di rielaborazione emotiva dei significati, dei vissuti e dei processi sociali.
E' una ferita che stiamo cercando di curare da tanto tempo anche senza saperlo e dobbiamo rassegnarci al fatto che tutto quello che poteva essere non sarà.
Ecco allora Jep e Carla vagare desolati e soli in un paese in rovina.
Abbiamo puntato sulla rovina di questo paese e abbiamo perso.






 



[1] Quando sono uscito dal cinema dopo aver visto LA GRANDE BELLEZZA mi sono detto: ecco la banalità del bello. Tutto molto bello, ricercato (come il coro di adulti, in sobri abiti neri, che esegue musica sacra), le frasi e le inquadrature dei tramonti e delle albe al posto giusto: se si insegue la bellezza a tutti i costi questa diventa banale.

[2] I film, i libri e le opere non devono rappresentare sempre una denuncia. Possono anche documentare uno stato dell'anima, l'elaborazione di un lutto interiore, quel malinconico, quanto doloroso, compiacimento.

 

 


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